noi, io, dovremmo essere il punto di arrivo della nostra vita
non il punto di partenza, da cui tutto osservare, guardare, giudicare.
potessimo camminare nelle scarpe di altri
metterci i loro vestiti, del ricco e del povero
metterci i loro occhi
provare il loro cuore e la musica del loro battito
vivere la storia dell'altro, diventare per poco tempo i protagonisti di una vita che non ci appartiene e PERCHE' NON CI DEVE APPARTENERE?
sono forse il custode di mio fratello? Ha urlato Caino a Dio, e Abele, "
soffio" e non era più.
Spogliarmi
nudo nella storia di un fratello sconosciuto
riscoprire che abbiamo le stesse mani-di-uomo che abbracciano, parlano, accarezzano, ma queste sono le mie, le mie... ma cosa si prova a indossare mani che hanno stretto un amico ferito a morte, mani che hanno chiuso gli occhi di un padre ancora troppo giovane, di un fratello che era "il mio eroe"; mani-di-uomo che hanno premuto un grilletto e dato vita ad orfani e vedove...
DATO VITA A ORFANI E VEDOVE
DATO MORTE A ME CHE INDOSSO QUELLE MANI
mani-di-uomo?